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Gay Talese, Motel Voyeur – recensione

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Gay Talese è un giornalista americano, noto per le sue inchieste sul costume americano, tra le quali La donna d’altri, inchiesta sull’erotismo USA. Motel voyeur, il suo ultimo lavoro, appena pubblicato in Italia da Rizzoli, è il frutto di un incontro avvenuto trent’anni fa con Gerald Foss, allora gestore del Motel Manor House, in Colorado.
Foss è un voyeur. Lo dichiara, lo vive. Arriva al punto di rilevare un motel e di riadattarne il sottotetto creando delle gallerie che conducono a delle grate aperte sui soffitti delle stanze, proprio in corrispondenza dei letti. Dagli anni sessanta, per oltre trent’anni, Foss e la moglie spieranno le abitudini sessuali degli ospiti, prendendo nota accuratamente di ciò che vedono in un diario scritto in terza persona.
Quello stesso diario fu poi spedito dal suo autore a Talese perché ne facesse un libro “scritto bene”. L’unica condizione posta da Foss era quella dell’anonimato. Condizione che Talese, da buon giornalista, non poteva onorare. Ecco perché questa miniera di materiale rimase nascosta per tre decenni, fino a quando Foss, ormai non più punibile dalla legge per la sua età, permise la pubblicazione.

Il “lavoro” del voyeur Foss ha richiesto un’enorme pazienza. Egli stesso dichiara: Su base oraria, nessun mestiere paga meno del voyeur. Notti intere ad aspettare che una coppia si decidesse a spegnere la televisione e si dedicasse al sesso. Giorni e giorni a spiare persone normali, spesso noiose. L’eccitazione confinata a pochi momenti di passione, al punto da concludere dopo alcuni anni di osservazione: Il mio voyeurismo ha contribuito immensamente a fare di me un nichilista.

Quando ho saputo della pubblicazione di Motel Voyeur, mi sono precipitato a leggerlo. E fin dalle prime pagine ho amato la schiettezza, la consapevolezza con cui Foss si riconosce tale. La totale mancanza di ipocrisia delle pagine del diario, la serietà del lavoro di ricostruzione fatto da Talese.

Auto definizioni che non ho potuto non trovare vere: Ci sono quelli che fanno bird-watching e quelli che guardano le stelle, e c’è la gente come me, che guarda l’altra gente. Considerazioni che condivido: Molti nuovi approcci alla vita sarebbero implementati immediatamente se la nostra società potesse essere Voyeur per un giorno.

Dall’alto della sua piattaforma, il voyeur è testimone del cambiamento del costume sessuale attraverso gli anni Sessanta, Settanta, la rivoluzione sessuale, le prime coppie interazziali, le prime esperienze di gruppo. Può così confrontare diverse tipologie, dalle coppie eterossuali a quelle omosessuali (concludendo che il sesso in assoluto più appagante è quello tra due donne per come si prendono cura l’una dell’altra), dalle coppie di lunga data a quelle di amanti. Per le sue stanze sono passate prostitute, militari feriti in guerra, attrici e modelle…

Severo il giudizio sulla maggior parte delle performance a cui ha assistito. In particolare, bocciati gli uomini: Purtroppo la maggioranza degli uomini che ho osservato si preoccupa del proprio piacere più che di quello delle donne. C’è molto meno amore emotivo che amore puramente fisico.

Così, pagina dopo pagina, il racconto disegna un’immagine sempre più realistica delle relazioni umane. Certamente vera, cruda. Ma proprio per questo anche segnata più che dalla passione e dal desiderio, dalla frustrazione, dalla difficoltà di comunicare, dalle mille ferite dei rapporti umani.

Il voyeur scende dalla sua piattaforma e ciò che ci restituisce è un ritratto impietoso di noi stessi, al limite del cinismo: Ciò che ho imparato sulla piattaforma d’osservazione ha fatto di me un antisociale. Non mi fido molto delle persone, e le evito, se posso.

Gay Talese
Motel Voyeur
Rizzoli

qui in ebook

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